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Progetti didattici

SALIERI!

Bianca Barsanti, soprano
Michele Salotti, fortepiano

Domenica 4 Maggio 2025
ore 18.30 – Saletta Gherardeschi
Accademia Gherardeschi – Piazza Spirito Santo, 8 – Pistoia
INGRESSO LIBERO

PROGRAMMA

Antonio Salieri

“Deh, si piacevoli”
Ode in memoria di Marianna Auenbrugger per soprano e fortepiano (1782)


Antonio Salieri
“Gelosia, dispetto e sdegno”

Aria della Contessa Bandiera da “La scuola dei gelosi” – atto primo (1778)


W.A. Mozart
6 Variazioni su “Mio caro adone” da “La fiera di Venezia”
di Antonio Salieri – KV 180/173c (1773)


Antonio Salieri
“Par le larmes dont votre fille”

Aria di Ipermnestra da “Les Danaïdes” – atto secondo (1784)


Antonio Salieri – W.A. Mozart – Cornetti
“Per la ricuperata salute di Ofelia”

Cantata in omaggio alla guarigione di Nancy Storace (1785)

L.V. Beethoven
10 Variazioni su “La stessa, la stessissima” da “Falstaff”
di Antonio Salieri – WoO 73 (1799)


Antonio Salieri
“Par che l’aperto favellar ….. Fra i barbari sospetti”

Aria di Alzima da “Cublai, gran kan de’ Tartari” – atto secondo (1788)

I TESTI DELLE ARIE

Ode in memoria di Marianna Auenbrugger

Deh, si piacevoli
No, non spirate,
Soavi zeffiri,
D‘intorno a me.
Le voci lugubri,
I tetri accenti,
I mesti cantici
Sol fan per me.

Troppo del cielo amica! oh come presto
Da noi sparisti, sospirata invan
E invano pianta, dolce Marianna!
E rapirla potesti? Destino crudel!
Ah no! Che dico?
Umile il cenno adoro
Ma nel pensar, di quanti pregi,
E quanti fosti dotata,
Quante quel tuo bel cor virtudi accolse,
Troppo non fo, se del destin mi lagno.
Sol scema il mio dolore
Il ripensar, che godi, alma beata!
L‘immortal corona; ne dubitar
Degg‘io che non so ben, se fossi
Tu di virtù, se tua virtù l’imago;
O tu del ciel, o lui di te più vago.

Fra le beate
Alme felici
Eterna pace
Godendo ognor;
Deh ti sovvieni!
Che nostra fosti,
Che vivrai sempre
Ne‘ nostri cor.

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Aria della Contessa Bandiera

Gelosia, dispetto e sdegno lacerando il cor mi vanno;
e l’affanno giunge a segno che m’induce a delirar.
Debbo andar? Restar degg’io?
Rimaner andar vorrei, agitata incerta o Dio non mi so determinar.

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Aria di Ipermnestra

Avez-vous pu me le prescrire ?
Quoi ! Vous ordonnez que ma main
Dans le cœur d’un époux
plonge un fer assassin !
Vous osez l’ordonner, ah !
Cruel ! Ah ! Barbare!
Pardonnez au trouble qui m’égare !
Par les larmes dont votre fille
Arrose en tremblant votre sein,
Mon père, de votre famille
Ne devenez pas l’assassin !
Craignez des Dieux la justice suprême
Et ne voyez qu’avec horreur
Un forfait que l’enfer lui-même
N’aurait pas conçu sans terreur.


(ITALIANO)
Avete potuto ordinarmelo?
Come? Voi mi ordinate di affondare una lama assassina nel cuore di uno sposo!
Voi osate ordinarlo, ah!
Crudele! Ah! Barbaro!
Perdonate l’angoscia che mi turba…
Per le lacrime di cui vostra figlia bagna tremando il vostro petto,
o padre mio, della vostra famiglia non diventate l’assassino!
Degli Dèi temete la giustizia suprema, e considerate con orrore
un delitto che l’inferno stesso
non avrebbe concepito senza terrore.

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Cantata in omaggio alla guarigione di Nancy Storace

Lascia la greggia, o Fillide, la greggia a te sì cara;
lascia le fonti, e i pascoli, e vieni meco a l’ara,
Ivi adunati i cori Troverai de le Ninfe, e dei Pastori.
Ivi a la facil’ Iside , per man de’ Sacerdoti,
vedrai tra gl’Inni e i cantici doni offerire, e voti,
perfin l’avaro Elpino porta un serto di fior del suo giardino.

Quell’agnelletto candido ch’ora ti scherza avanti
tu prendi teco, ed ornalo di rose, e di amaranti,
Non vuò, Fillide mia, Che fra tanti il tuo don l’ultimo sia.
Oggi la vaga Ofelia, Onor di queste selve,
Quella cui vide Arcadia Empier d’amor le belve,
Oggi fia che ritenti Nel bel Tempio di Pan gli usati accenti.

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Aria di Alzima

Par che l’aperto e franco favellar di costoro
alfin mi scuota da non saper di quale
abitual vaneggiamento,
e all’alma la natural tranquillità mi renda.
Quanto o caro Timur, quanto al mio core pena costò
la naturale fiamma, che l’alterigia mia pur celar volle.
Perchè omai che legittima vi rende,
perchè affligger me stessa col nasconderla a te?
Si lasci alfine alla gioia e all’amor libero il corso,
e le passate pene il ben ch’ora si ottiene io mai compensi.
Il duol si lasci, ed a gioir si pensi.

Fra i barbari sospetti,
in mezzo al mio timore,
il povero mio core
ritorna a respirar.
Amore, da te spero
la gioia mia verace,
spero da te pace,
non so più dubitar